Alfacod

31 luglio 2013

WiFi di 4a generazione, Alfacod diventa Gold Partner Meru Networks

Alfacod ha investito molto in un processo di conoscenza e competenza che ha visto coinvolte diverse risorse tecniche e commerciali in grado di superare le diverse certificazioni richieste. Dal mese di giugno Alfacod è diventata Gold Partner Meru Networks, unico in tutta Italia. Non si tratta di una semplice certificazione: è un importante riconoscimento in virtù della forte specializzazione e know-how dimostrati sulle tecnologie WiFi in generale e su questa tecnologia in particolare, che ha consentito negli ultimi anni di realizzare progetti importanti con aziende ed enti prestigiosi (quali ad es. Coop Adriatica, Bologna Fiere, L’Erbolario, Smeg, Paul & Shark, Comune di Bologna) offrendo soluzioni a necessità che non riuscivano ad essere risolte fino a quel momento o da altre tipologie di WiFi.


L’acquisizione di status di Gold Partner – ha spiegato Giorgio Solferini, Presidente del Gruppo Alfacod - in primo luogo riconosce i nostri investimenti e il nostro successo storico ottenuto usando la tecnologia Meru per lo sviluppo di soluzioni wireless altamente efficaci e affidabili in una vasta gamma di ambienti aziendali. Partecipare a questo gruppo d’elite dà al Gruppo Alfacod un ulteriore vantaggio competitivo sia sulla conoscenza dei prodotti che sulla competenza che siamo in grado di offrire ai clienti”.


Connessione, navigazione, informazione garantite dalle tecnologie Wi-Fi
Parlare di WiFi oggi è un po’ come come parlare dell’energia: una risorsa indipensabile che semplifica il business delle aziende e la vita delle persone. Tra le tecnologie WiFi  quella proposta da Meru Networks è oggi la più scalabile e performante in termini di semplificazione gestionale e di potenza di banda garantita. Riconosciuta a livello mondiale da Gartner Group come visionaria, Meru offre si propone tra le tecnologie WiFi come quella di quarta generazione perché particolarmente adatta a supportare un utilizzo del WiFi dinamico e ad alta densità rispondendo a una pluralità di istanze che vengono dagli utenti mobili, dalle applicazioni business-critical, dalla convergenza fonia/dati.

Alfacod è un partner con cui collaboriamo da tempo – ha precisato Javier Gomez Regional Manager Mediterranean Region at Meru Networkse -: ci ha sempre coinvolti in tutti i progetti, guadagnandosi visibilità anche presso il nostro head quarter in California. Questo importante riconoscimento rappresenta uno step importante verso un’ulteriore crescita e un nuovo percorso di sviluppo proiettato al futuro”.


30 luglio 2013

TeleAccademia, 4a puntata: Lettori KDC integrati iPhone, iPad, Galaxy

TeleAccademia, 4a puntata: Lettori barcode KDC compatibili iPhone, iPad, Galaxy, Blackberry. Consentono la raccolta dati automatica e l'integrazione diretta con smartphone e tablet di ultima generazione posizionandosi così come una delle serie di Lettori barcode più innovativa a livello mondiale. 

I modelli KDC400 e KDC450 sono lettori-custodia, ideati per alloggiare il telefonino (es. iPhone) in modo tale da trasformare il telefono stesso come database di scambio dati, mentre la lettura dei codici viene demandata al lettore professionale presente nella parte sottostante della custodia.
 
Sono lettori certificati per lo scambio dati iPhone e iPad (made for Apple). Sui modelli KDC viene installato il software gratuito KTSync per l'emulazione di tastiera e SDK per Android, Blackberry, iOS e Windows.


KoamTac produce anche un "guanto" da indossare ideato appositamente per consentire all'operatore di effettuare la lettura dei codici a mani libere. Il guanto è compatibile con i lettori KDC (100/200/250/300). Per maggiori informazioni sui prodotti KoamTac KDC visita il nostro sito web: www.alfacod.it oppure invia un'email a: marketing@alfacod.it

29 luglio 2013

40 anni dal primo barcode

Quarant'anni fa nasceva il primo standard di lettura dei codici a barre "GS1".

Leggi e scopri la LINEA DEL TEMPO timeline che ripercorre tutte le evoluzioni del codice a barre (barcode) dal 1973 ad oggi: timeline

3 Aprile 1973, primo step: Capi di importanti industrie degli Stati Uniti d'America scelgono uno standard univoco di identificazione dei prodotti (Universal Product Code symbol) tra sette opzioni diverse. Quello standard, oggi, è ancora in uso, l'U.P.C., fu il primo GS1 barcode della storia.

1974, secondo step: nasce l'UCC (Uniform Code Council, ente per il controllo dell'uniformità dei codici) come organizzazione no-profit, quella che nel tempo si trasformerà in GS1 US.
Il 26 giugno 1974 viene scansionato/letto il primo prodotto con codice a barre, alla cassa del supermercato Marsh in Ohio (USA), per l'acquisto di una confezione di gomme da masticare "wrigley's". 

Soluzione Rfid in Haworth a garanzia del servizio internazionale

Trasporti, logistica e stoccaggio, dalla velocità delle operazioni dipende qualità del servizio e quella customer satisfaction che porta i clienti alla fidelizzazione. Haworth, specialista dell’arredamento per ufficio, ha scelto l’Rfid per garantire la movimentazione della sua produzione attraverso un sistema di tracciabilità e rintracciabilità che le ha confermato la massima soddisfazione di una clientela internazionale. Haworth, presente in oltre 120 Paesi nel mondo, gestisce quotidianamente i processi di trasporti, logistica e stoccaggio inerenti alla movimentazione di oltre 5000 casse in materiale plastico, utilizzate per spedire i kit di mobili e forniture per l’ufficio. “Progettiamo, produciamo, vendiamo e distribuiamo prodotti e servizi che soddisfano i più severi standard di qualità e di design esistenti  – spiega Franco Bianchi, presidente e Ceo di Haworth -  quelli dei nostri clienti”.

Con una forte attenzione all’ecologia e al riciclaggio, le casse utilizzate da Haworth per la spedizione dei propri prodotti, alla fine del ciclo di spedizione e consegna, vengono riutilizzate. Il progetto di una reingegnerizzazione Rfid della parte logistica mirava a rafforzare sia la sicurezza che la rapidità nelle operazioni di rientro e stoccaggio dei prodotti secondo una pianificazione e un controllo massimamente efficienti. Tracciabilità e rintracciabilità delle casse, infatti, assicurate dall’identificazione univoca a radiofrequenza avrebbero permesso al management di azzerare smarrimenti ed errori.

Tracciabilità per uno stoccaggio veloce e preciso
Ogni cassa, è caratterizzata da una struttura rettangolare e ripiegabile. Questo faceva sì che le casse venivano spesso impilate con modalità di stoccaggio piuttosto casuali all’interno del magazzino. Non solo: la rete di trasportatori esterni utilizzati spesso si appoggiava a magazzini esterni che rendevano difficile rintracciare in tempo reale la localizzazione esatta delle casse gestite dai terzisti. L’utilizzo di un sistema Rfid risolveva tutte queste problematiche ottimizzando stoccaggio e gestione delle merci aggiungendo un’intelligenza capace di garantire il pieno presidio della movimentazione, riducendo smarrimenti e ritardi grazie a una precisa localizzazione degli item.

La soluzione? Etichette, antenne Rfid e…
Partner tecnologico del progetto, Alfacod ha fornito ad Haworth consulenza, progettazione e messa in produzione di un sistema Rfid costruito su misura. Ad ogni cassa sono state applicate due etichette Rfid (una all’esterno e una all’interno). Alfacod ha fornito5mila smart tag UHF, ognuno dei quali dotato di un numero di serie progressivo a 4 cifre che si è andato ad aggiungere all’identificativo univoco già presente in memoria. Sulle etichette è stato poi stampato un codice a barre riportante le stesse informazioni del relativo chip. In questo modo gli operatori sono garantiti da un doppio livello di lettura automatica: le casse vengono lette da palmari Rfid per le operazioni di inventario o di verifica a campione mentre e, all’ingresso e all’uscita dal magazzino, sono state allestite due baie di carico dotate di varchi Rfid. Ogni baia è fornita di un lettore Rfid a cui sono collegate 4 antenne poste sulla bocca di carico e in grado di rilevare con facilità i movimenti dei cassoni, in ingresso e in uscita. I lettori sono connessi tramite rete Ethernet a un pc, equipaggiato di un’applicazione dedicata che s’interfaccia direttamente con il gestionale di Hasworth e il canale dei trasportatori. In magazzino, lo stoccaggio e la movimentazione via Rfid ha azzerato margini di errore e smarrimenti, ottimizzando il lavoro di tutti gli operatori coinvolti nel servizio di confezionamento e di consegna.

Rintracciabilità senza margini di errore
L’Rfid  consente oggi a Haworth di predisporre le spedizioni e gestire lo stoccaggio effettuando la lettura di ciascuna cassa in maniera immediata e precisa: il materiale viene spedito solo dopo essere passato attraverso i varchi Rfid. La possibilità di effettuare una verifica del materiale in fase di carico dell’automezzo presso la baia di carico garantisce che in fase di presa in consegna la merce corrisponda esattamente all’ordine. La parte più innovativa dell’intero progetto è rappresentata da ciò che avviene al rientro delle casse: l’iter di spedizione e la gestione attraverso terzisti, infatti, fa sì che passino anche diversi mesi prima che una cassa vuota faccia ritorno in sede centrale. Le casse al loro rientro al magazzino vengono reinserite a sistema e sono pronte per essere immediatamente riutilizzate. Anche in questo caso il sistema Rfid ha ridotto drasticamente i tempi di controllo delle casse rientranti, eliminando i margini di errore.

Un piccolo tag Rfid ha risolto grandi difficoltà di logistica e stoccaggio – ha sottolineato Roberto Scagliarini, responsabile di produzione Hawort - in poco tempo abbiamo riorganizzato l’intero processo apportando efficienza e un forte abbassamento dei costi”.

Fonte: Thebizloft

19 luglio 2013

RFID nel settore moda, una soluzione interessante

Cosa vuol dire parlare di tecnologia RFid nel settore moda. Il punto di partenza sono i risultati dell’analisi condotta da AMR Research: si parla di un aumento pari al 3% di “ordini perfetti”, ovvero completi, senza difettosità e consegnati alla data e nel luogo richiesti, e si traduce in un aumento dei ricavi dell’1%. Il che significa scorte calibrate, maggiore flusso di cassa e monitoraggio puntuale dell’inventario: questi i vantaggi di una auspicabile supply chain efficiente e produttiva, supportata dalla iniezione tecnologica di standard a radiofrequenza.

È chiaro che l’utilizzo di RFId all’avanguardia, basati sul concetto di “smart tag” o etichette intelligenti come quelle sviluppate da Checkpoint Systems, progettate magari come una semplice etichetta autoadesiva, significa verosimilmente apportare notevoli vantaggi in termini di automazione dei processi logistici e nella tracciabilità della merce (vedi: identificazione e lettura dei prodotti e dei flussi). “Per rispondere alla crescente necessità odierna di recupero in termini di efficienza e di margini di business – afferma Giada Necci, New Solution Specialist di GS1 Italy | Indicod-Ecr - si sono volute definire, primariamente, delle linee guida operative di codifica e identificazione GS1 dei prodotti, delle unità imballo e logistiche. Uno strumento semplice ma fondamentale dal quale partire per l’utilizzo degli standard internazionali per l’ottimizzazione dei propri processi di business: identificazione, codifica e standard”.

Questo per sopperire ad alcune debolezze della filiera tessile e abbigliamento tra cui la significativa complessità organizzativa, la bassa diffusione di soluzioni standard e spesso una scarsa conoscenza della loro esistenza. Inoltre l’organizzazione operativa dei nodi della filiera (tessitura, confezione, distribuzione) implica uno scarsa coordinamento tra i diversi attori e ciò impedisce l’ottimizzazione dei risultati complessivi in termini di costo e di servizio.

Nel Fashion le sfide maggiori a livello di supply chain derivano dal numero crescente di collezioni in un anno, dalla necessità di realizzare prodotti in poche settimane e dal rapporto inversamente proporzionale fra qualità e prezzo – sostiene Alberto Corradini, Sales Director di Checkpoint Systems - L’RFId, in tal senso, assicura una visibilità completa della merce, lungo l’intero processo, oltre ad offrire diversi vantaggi all’uscita. Benefici molto importanti per i Retailer di tutto il mondo”. Per rispondere a queste caratteristiche in termini di ottimizzazione dei processi, GS1 Italy | Indicod-Ecr in partnership con Checkpoint Systems ha svolto, all’interno degli spazi di sperimentazione del Lab, diversi test sulla tecnologia RFId in standard EPC che hanno sottolineato il feeling che lega l’utilizzo di questa tecnologia con la filiera: la possibilità di identificare e tracciare il singolo prodotto all’interno del singolo processo aziendale e lungo la filiera logistica.

Implementare la tecnologia RFId in standard EPC – dice Linda Vezzani, EPC specialist del Lab GS1 Italy - nel settore tessile e abbigliamento significa intervenire sui processi aziendali: questo comporta sì dei costi ma anche diversi benefici. Per questo è necessario valutare attentamente il reale ritorno sull'investimento, mediante il ROI tool, uno strumento affidabile sviluppato da GS1 Italy | Indicod-Ecr in collaborazione con il Politecnico di Milano, che valuta, in dettaglio, il rapporto tra costi di investimento correnti e benefici tangibili ed intangibili, al fine di fornire all'azienda una visione di medio periodo”.

Concludiamo con la dichiarazione di Tom Cole, Direttore Amministrativo di Macy’s, una delle più grandi società al mondo dedicate alla moda, citata durante il workshop: “Dati i volumi e l’impatto, l’RFId è “una delle scelte più economiche” che siano mai state implementate, considerato il rendimento dell’investimento”.

Fonte: Tendenzeonline.info / articolo: Il mito dell'ordine perfetto

11 luglio 2013

TeleAccademia, come ottenere una rete wifi "fault tolerant"

La TeleAccademia continua, nella terza puntata il Presidente Giorgio Solferini approfondisce l'argomento wifi di 4a generazione, descrivendo i principi tecnologici presenti dietro al successo del wifi Meru Network.

Volete ottenere una rete wifi "fault tolerant"? Senza disturbi, senza disconnessioni, pronta per connessioni simultanee di centinaia di dispositivi. Nel video trovate un approfondimento sulla tecnologia Meru Networks e sui punti di forza che la identificano di nuova generazione: la Cella Virtuale, i Channel Layers, ecc.


Grazie a Meru Networks è possibile creare una rete wifi solida, sicura, senza alcun disturbo esterno ma soprattutto stabile, 24 ore su 24, anche in presenza di centinaia di connessioni simultanee su ogni access point (iphone, ipad, tablet, terminali barcode, PC, notebook, dispositivi industriali, ecc.).

I nostri casi di successo in Italia: Bologna Fiere, Coop Adriatica, L'Erbolario, Paul&Shark, Aeroporto Militare di Bologna, Comune di Bologna, ecc.

www.alfacod.it
www.alfadistribuzione.it

9 luglio 2013

L'RFid è ancora una soluzione vincente

Dal vino al fast fashion, l’etichetta ‘DOC’ è RFID
Quattro casi italiani in cui la tecnologia permette di tracciare i prodotti non solo a fini di monitoraggio della produzione, ma anche di tutela dell’autenticità e della qualità

Il workshop ‘Il mio nome e nessuno. Identità e contraffazione nei mercati moderni’, organizzato dall'Accademia Italiana AIDC (Automatic Identification and Data Capture) del GRUPPO ALFACOD con GS1 Italy/Indicod-Ecr e Cognex è stato l’occasione per una panoramica dei più recenti sviluppi delle tecnologie di tracciabilità dei prodotti di largo consumo a fini di garanzia della qualità e lotta alla contraffazione.
Uno dei casi più interessanti presentati in chiave di tutela del ‘made in Italy’ è stato il progetto Wine Traceability, basato su tecnologia RFId (sistema EPCIS), che ha seguito il percorso di otto pallet contenenti 630 colli e 3.780 bottiglie di vino pregiato, identificati appunto tramite etichette Rfid (tag), nel loro viaggio dall’Italia a Hong Kong.

L’obiettivo era duplice. Da una parte ovviamente garantire l’autenticità del prodotto: sulle singole bottiglie, unità d’imballo e pallet sono infatti stati applicati tag rilevati dai varchi installati presso i magazzini dei produttori, i magazzini dei distributori e i punti vendita. Dall’altro i tag hanno permesso anche di monitorare le temperature a cui sono state sottoposte le bottiglie nelle varie fasi del viaggio, rilevazione cruciale perché gli sbalzi termici possono danneggiare il vino. Le informazioni registrate con sistemi EPCIS tra l’altro possono anche essere messe e disposizione anche dei consumatori finali, magari utilizzando un’App scaricabile con smartphone che dia la possibilità d’accedervi con la semplice scansione di un codice a barre (GS1 QRCode, GS1 DataMatrix).

Restando nell’alimentare, Valentina Pizzamiglio, food safety expert del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano, ha invece illustrato i vantaggi dell’identificazione univoca delle forme di formaggio tramite marchiatura con codici DataMatrix applicati su placca di caseina. «Al progetto DataMatrix finanziato dalla Regione Emilia-Romagna - ha spiegato Pizzamiglio - artecipano 20 caseifici che comunicano per via telematica al Consorzio numero e codice delle forme prodotte. Ciò ci consente di monitorare in tempo reale la produzione, ma anche di combattere la contraffazione: tramite il codice DataMatrix possiamo infatti verificare l’autenticità della forma anche dopo che è entrata nel circuito distributivo”.

Nell’abbigliamento invece Imperial, produttore di fast fashion ‘made in Italy’, ha individuato nella tecnologia RFId uno strumento non soltanto per migliorare la sua efficienza, ma anche per fornire garanzie d’autenticità a una clientela attenta all’origine italiana dei capi. Affidandosi a Smart Res, produttore emiliano di tag RFId passivi, Imperial ha installato varchi RFId fissi e mobili nei propri negozi all’ingrosso e applicato ai cartellini dei propri capi dei tag RFId che si sono evoluti nel tempo.
Originariamente l’azienda tramite RFId intendeva velocizzare e rendere più accurate le attività di vendita dei commessi anche nei momenti di picco d’affluenza, ma in un secondo tempo l’azienda ha deciso di sfruttare la cosa anche per pubblicizzare il fatto che la presenza del tag RFId sui cartellini dei capi era prova della loro autenticità, aiutando così i clienti a distinguere i capi originali da quelli contraffatti.

Infine in un settore completamente diverso, quello farmaceutico, la normativa Ue renderà obbligatori a partire dal 2016 sistemi d’identificazione e tracciabilità, che però si possono usare anche per impostare strategie d’anticontraffazione. Come ha spiegato Adriano Fusco, marketing director di Antares Vision, che produce sistemi di controllo visivo di linee di produzione e confezionamento di farmaci, oggi le tecnologie OCR (optical character recognition) e OCV (optical character verification) permettono mediante telecamere di registrare e inviare in tempo reale al sistema informativo dell’azienda farmaceutica le informazioni su ciò che avviene su ogni linea produttiva, informazioni che possono essere convidise con partner commerciali e pubblica amministrazione.


Fonte: Wireless4innovation.it