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16 aprile 2014

DHL SCEGLIE ANCORA UNA VOLTA DATALOGIC

Datalogic rinforza l’alleanza con DHL, grazie ad una soluzione simile a quella installata a Carpiano (Milano) nel 2012, presso il principale hub europeo della società di servizi espressi e logistica. Conosciamo tutti DHL ed i suoi servizi di trasporto e consegna merce. L'alta cura nei servizi offerti e la forte spinta a migliorare i processi di spedizione hanno portato DHL a scegliere le soluzioni industriali Datalogic. Questa volta per l'installazione di un potente sistema di imaging, presso il nuovo hub bolognese di DHL Express (l'installazione verrà fatta su tutte le altre sedi DHL in Italia). 

Si tratta del sistema di visione industriale NVS9000™, che offre innovative funzioni di acquisizione immagini e lettura. Soluzione progettata per migliorare notevolmente la produttività dei corrieri e dei centri di distribuzione grazie a prestazioni di lettura eccezionali, alla facilità di integrazione/installazione e ad un costo di esercizio estremamente basso.

Il nuovo accordo con DHL prevede la fornitura di 15 telecamere NVS9000 installate in diverse configurazioni su 4 stazioni di lettura, sul sistema di smistamento fornito dall’integratore Selex ES, una società di Finmeccanica. Il sistema è composto da stazioni di 5 lati con 6 telecamere sul sistema di smistamento e da stazioni di 6 lati con una telecamera per la lettura dall’alto e una per la lettura dal basso.

La soluzione di Datalogic è integrata nel sistema di smistamento, che distribuisce il materiale che arriva a Bologna da tutto il mondo e deve essere consegnato al cliente finale o inoltrato agli hub regionali. Grazie alla soluzione ‘image-based’ installata presso la sede DHL di Bologna, pacchetti e flyer, che si muovono alla velocità di 2,3 m/s, vengono letti ogni ora da un sistema rapido e autonomo, con conseguente aumento del throughput e riduzione dello smistamento manuale.

Inoltre, grazie al video-coding l’operatore può acquisire anche le immagini dei codici a barre non leggibili e conservarne la cronologia, aggiungendo così strumenti di controllo in caso di specifiche richieste per perdita o danneggiamento dei pacchi. La qualità e la facilità di installazione e sostituzione delle tecnologie impiegate ha inoltre consentito a Datalogic di offrire servizi come HOT SWAP, un programma di manutenzione che prevede la tempestiva sostituzione di prodotti difettosi entro 24 ore dalla segnalazione del guasto, senza dover subire costosi fermi-macchina o reset del sistema.

1 aprile 2014

IL ROI DELL'RFID NEL RETAIL: INVENTARI ACCURATI, CLIENTI SODDISFATTI, AUMENTO VENDITE

RFid, una tecnologia molto interessante, non sempre utilizzata per motivi di costo ma che nel mondo Retail si sta ritagliando un ruolo sempre più importante, ecco i 3 principali motivi:
1) ottimizzazione della logistica e in generale delle operazioni inventariali, 2) eliminazione degli out of stock, 3) maggiore disponibilità degli articoli in negozio e conseguentemente aumento delle vendite (apporta ad un ROI immediato).

E' quanto emerge dal Report The Roi of Rfid in Retail – Use Cases Driving the current surge in Rfid, realizzato da ChainLink Research. L’analisi ha esaminato un panel qualitativo di oltre 120 rivenditori americani ed europei per capire le motivazioni che si celano dietro al crescente interesse verso l’identificazione a radiofrequenza e il suo utilizzo diffuso in ambito retail.

UNA VERA E PROPRIA RINASCITA PER L'RFID
I ricercatori hanno rilevato una sensibile crescita di interesse verso la tecnologia Rfid in ambito retail: solo nel 2013 i tag utilizzati per identificare la merce nell’ambito delle vendite al dettaglio sono stati oltre un miliardo (non solo nel settore abbigliamento, ma anche nelle altre categorie commerciali). Un vero e proprio boom, che gli analisti hanno definito il rinascimento Rfid. Cosa è emerso da questa ricerca? Innanzitutto, la maggior parte dei retailer che hanno scelto di avvalersi della tecnologia Rfid (a livello di singoli articoli) ha registrato un aumento delle vendite nelle categorie merceologiche coinvolte in questa implementazione, che si è tradotto in un ROI subito ben quantificabile. Questa è infatti la diretta conseguenza di una serie di miglioramenti che l’Rfid permette di ottenere. Rispetto al codice a barre, ad esempio, i tag Rfid possono essere scansionati molto più velocemente: i cicli di conteggio si possono quindi effettuare 25 volte più rapidamente. Ciò significa poter effettuare inventari più frequenti e assicurarsi dunque una migliore accuratezza dei dati: molti rivenditori dichiarano di aver raggiunto quasi il 100% della precisione. Un inventario sempre sotto controllo è strettamente legato all’aumento delle vendite e al ROI (che vanno di pari passo con la soddisfazione dei consumatori). 

Poter gestire i rifornimenti senza errori, infatti, permette di diminuire i casi di out of stock e garantire la disponibilità della merce sul punto vendita.
“L’Rfid – commenta Ann Grackin, Ceo di ChainLink Research – ha fatto molta strada negli ultimi anni grazie alla definizione degli standard, alla riduzione dei prezzi di sistemi e tag e alla maggiore affidabilità della tecnologia stessa. Sono ora disponibili applicazioni software che possono essere integrate nei sistemi It dei retailer e che risultano molto facili da usare in negozio. Anche le competenze dei tecnici sono cresciute, le tecnologie si sono evolute in soluzioni complete, e tecnologie provider e system integrator hanno acquisito maggiore esperienza in merito al retail e all’integrazione dei sistemi”.

Superare le criticità per un ROI assicurato
I numeri dell’Rfid sono in crescita e su questo non c’è dubbio. Ci sono però alcuni casi in cui i retailer che hanno scelto di implementare questa tecnologia nei loro punti vendita non si reputano ancora del tutto soddisfatti. Quali sono gli aspetti critici e quindi i margini di miglioramento? Gli intervistati hanno segnalato che le cause principali per cui hanno deciso di abbandonare le iniziative Rfid intraprese sono state:
a. Altre sopraggiunte priorità di business
b. Carenza di supporto da parte del management
c. Modalità di utilizzo della tecnologia poco definita

Riflettendo su questi spunti risulta chiara la necessità di stabilire precise modalità operative e studiare dettagliati piani di sviluppo. Il nodo centrale qui risulta essere il ROI che i rivenditori si aspettano di ottenere dall’implementazione dell’Rfid: il ritorno dell’investimento deve essere il più rapido possibile, in modo tale da mettere con decisione in luce i vantaggi ottenuti, rispetto agli investimenti effettuati. L’Rfid ha tutte le carte in regola per essere garanzia di un rapido Roi: l’incremento delle vendite dato dall’eliminazione dell’out of stock né è la prova più evidente e più riconosciuta dagli operatori del settore. Clienti soddisfatti significa aumento del fatturato. E proprio per questo motivo grandi catene internazionali come Macy’s, Walmart, Mark&Spencer e Sacks stanno dotando miliardi di articoli di tag Rfid.

Fonte: TheBizLoft