Alfacod

24 gennaio 2014

LA PIRAMIDE DEI BISOGNI DI MASLOW, IL WIFI CONQUISTA UN POSTO PRIMARIO

LA FAMOSA "PIRAMIDE DI MASLOW - DEI BISOGNI"
Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Maslow concepì il concetto di "Hierarchy of Needs" (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro Motivation and Personality del 1954. Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Questa scala è internazionalmente conosciuta come "La piramide di Maslow". 

Nell'immagine qui sotto, con ironia è stato aggiunto un nuovo bisogno, quello del WiFi. Una divertente aggiunta, come "bisogno primario" : ) nella realtà non è proprio così, ma... riflettendoci un pò... non ne saremo poi così sicuri. Attualmente, sia a lavoro (vedi BYOD) che nel tempo libero la connessione WiFi sta diventando uno dei bisogni primari, indispensabile. In pochi sanno farne a meno. Esempio: manca la rete? Panico totale: ahh non posso scaricare il file che mi serve... nooo devo assolutamente aggiornare il tablet aziendale, come faccio adesso? Devo uploadare un video prima della riunione!... devo, devo, devo, ho bisogno...


I livelli di bisogno pubblicati da Maslow nel 1954 sono 5, quelli colorati:
  1. Bisogni fisiologici (alimentazione, ecc.)
  2. Bisogni di sicurezza (protezione, morale, ecc.)
  3. Bisogni di appartenenza (amicizia, affetto, ecc.)
  4. Bisogni di stima (autostima, rispetto, ecc.)
  5. Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale)   
Il WiFi diventa sempre più strategico in azienda ed in negozio, sia per un utilizzo personale/lavorativo che per le vendite (come servizio offerto alla clientela e come "social wifi" per azioni di marketing di prossimità).

INNOVAZIONE E “SOCIAL”
Già otto milioni di consumatori affidano le proprie decisioni di acquisto alle opinioni che circolano sui social network e sui blog. (Fonte: 2012, Lorenzo Sassoli De Bianchi, Presidente UPA - Utenti Pubblicità Associati). Lo sviluppo delle nuove relazioni “many to many” (molti a molti) vero e proprio emblema dei social media e social network fa leva sulle nuove potenzialità offerte dalle tecnologie (WiFi, Mobile, RFID, NFC). Oggi si parla in termini tecnici di Marketing relazionale e addirittura di “Marketing Mediterraneo” (sviluppato in Francia, Italia e Spagna) maggiormente basato sulle comunità e sulle emozioni.

IL DECALOGO
Ecco un decalogo di comportamenti che un’azienda dovrebbe seguire, secondo Gianluca Comin, Direttore Relazioni Esterne ENEL:

1. Dialogare alla pari e con voce umana con i consumatori.
2. Non puoi batterli: unisciti a loro. 
3. Non portare le persone a te ma vai dove le persone parlano di te o in prossimità. 
4. Non hai scelta: sii trasparente. 
5. Non interrompere, interagisci.
6. Offri contenuti di valore. 
7. Il Broadcasting sopravvive, ma il narrowcasting vale sempre di più.
8. Sii glocal. Agisci in maniera locale ma non perdere di vista i segnali globali.
9. Conosci i nuovi attori e muoviti come loro
10. Open discussion - condivisione di idee e pareri, discussione aperta

Marketing di prossimità - SocialWiFi

LA FORZA DEL SOCIAL WIFI
Se sono veritieri i dati che ci vengono forniti dai grandi esperti di fenomeni sociali e di marketing, non dare connettività WiFi all’interno dei propri Store è come negare al consumatore il suo bisogno primario di socializzare, informarsi, condividere, verificare... è per voi un’occasione persa di avere un testimonial a vostro favore.

Un pò di storia: dal 1990 ad oggi la tecnologia delle reti mobile e del Mobile computing ha fatto passi da gigante. In 15 anni siamo passati dal 1G analogico (con velocità di soli 9,6 Kbps) al 3G (con velocità di 384 Kbps) e al WiFi di 4a generazione con velocità ad oggi (nov2013) di 1,3Gbs. e per quanto riguarda i device palmari siamo passati dal primo TAC della Motorola nel 1983 agli Smartphone di ultimissima generazione come l’iPhone 5S rilasciato in questi giorni con WiFi, Bluetooth, NFC e riconoscimento dell’impronta digitale; quest’ultima dotazione porterà ad una rivoluzione nei metodi di pagamento alla cassa. Secondo i dati del Politecnico di Milano, Osservatorio NFC e Mobile Payment, stiamo assistendo al decollo del pagamento via smartphone; sono già partite molte sperimentazioni anche sul proximity payment, in cui lo smartphone attiva la transazione direttamente alla cassa del negozio, grazie a tecnologie a breve raggio come le SIM NFC. A fine 2012 in Italia c’erano 2,5 milioni di possessori di smartphone NFC e quasi 30.000 POS abilitati. A questo punto per la diffusione capillare del Mobile Payment diventa cruciale anche l’atteggiamento degli esercenti, per cui l’Osservatorio pone l’accento su due importanti benefici che essi ne trarrebbero:

1) riduzione dei flussi di denaro contante, minori costi di rendicontazione, trasporto, furti ed errori.
2) aumento della velocità di pagamento, aumento della produttività delle casse del 3-4%, con riduzione di oltre il 25% del tempo d’attesa in coda.

13 gennaio 2014

IL FUTURO DEL RETAIL, COME SI TRASFORMERA' - LE 10 PREVISIONI DI DOUG STEPHENS

Il RETAIL è un settore in pieno sviluppo.
"Vedremo più trasformazioni nei prossimi dieci anni di Retail di quante viste nei precedenti mille", dice Doug Stephens, fondatore del sito internet Retail Prophet e autore di The Retail Revival: Re-Imagining business for the New Age of Consumerism (re-immaginare il business per la nuova era del consumismo). Stephens ha recentemente pubblicato le sue 10 previsioni su come il Retail cambierà nel futuro prossimo. Ecco i 10 punti:

1 . Nuovi metodi per l'analisi del consumatore (ricerca senza precedenti)
"Neurobiologi tedeschi stanno mappando le onde cerebrali in risposta al prezzo del prodotto per scoprire come il cervello umano percepisce i prezzi e il valore" - scrive Stephens - "I retailer hanno ora opportunità senza precedenti di utilizzare la tecnologia e i dati e favorire la comprensione del consumatore (non su ciò che egli dice di voler fare, ma su quello che realmente fa").

2 . Consegna in 1 giorno (o poche ore)
Amazon sta testando la consegna via drone in 30 minuti. Forse l'idea può sembrare bizzarra e fantascentifica, ma ciò che sorprende è che i consumatori in realtà attendono questo momento con entusiasmo. "Per competere nella vendita al dettaglio on-line, i negozi potrebbero iniziare ad usare le loro posizioni come centri di distribuzione" dice Stephens.

3 . I negozi tradizionali avranno la stessa intelligenza analitica del mondo online.
"La conoscenza di chi è nel negozio, dove si muove e con quali prodotti interagisce, verrà calcolata in tempo reale" dice Stephens. "Quando entriamo in un negozio fisico, la nostra cronologia di navigazione ci seguirà, informando il retailer sulla nostra shopping esperienze". Apple ha recentemente implementato la tecnologia bluetooth che rileva chi è presente nel negozio.

4 . Le società dei Media inizieranno a vendere prodotti
Il ruolo tradizionale dei media come inserzionisti sta mutando, infatti stanno iniziando a vendere i prodotti stessi. Per esempio, gran parte dei prodotti presenti sulla Rivista Harper's Bazaar è già acquistabile online sul loro sito web. Le Riviste cambieranno. La TV cambierà. "Gli spettacoli televisivi non solo pubblicizzeranno prodotti (come già fanno) ma genereranno ricavi per la vendita reale dei prodotti".

5 . Ci sarà una "nuova rivoluzione industriale"
In risposta agli scioperi per salari migliori, le aziende low cost come McDonald e Wal-Mart inizieranno ad automatizzare le attività di vendita. Questo è già il presente, ad esempio in Wal-Mart con l'installazione di 10.000 sistemi self-checkout, e in McDonald Europa con 7.000 touchscreen.
Nella foto, il Chiosco Vini Self-service già presente nella catena americana Wal-Mart.

6 . Sparirà la linea di demarcazione tra on-line e offline 
A fine 2013 eBay ha lanciato le "vetrine digitali" a New York e San Francisco, che hanno permesso ai clienti di ordinare prodotti-online da un touchscreen presente in un vero negozio-facciata lungo la strada; con consegna il giorno stesso. Stephens dice che questo è un modo semplice per i rivenditori di impressionare i clienti . "Non solo questi impianti aggiungono un elemento di sorpresa e di varietà per i clienti, ma permettono ai marchi di aprire un negozio in sedi opportune e spesso meno convenzionali. Sono Negozi che non hanno bisogno di personale, né di un inventario annuale, né di supporto tecnico periodico".

7 . La Privacy diventerà un business
I consumatori sono sempre più preoccupati per la loro privacy mentre fanno shopping online, e inizieranno a pagare dei servizi per mantenere l'anonimato dell'acquisto. Inoltre, i rivenditori saranno costretti a fare molto di più per rassicurare i clienti che i loro dati di acquisto è sicuro.

8 . Alle persone non interesserà più "possedere" un bene (sarà sufficiente utilizzarlo)
Mentre la classe media ha problemi economici e si adatta al vivere con meno, tutti i consumatori inizieranno sempre più a valutare il noleggio. "Auto, case, articoli per la casa ed elettrodomestici, e case di vacanza saranno sempre più condivise", scrive Stephens. Rent The Runway, ad esempio consente già alle donne di affittare abiti che non potrebbero permettersi. Questa sarà la tendenza nel futuro.

9 . I Feedback Social saranno il fattore cruciale d'acquisto
Nordstrom ha recentemente lanciato un programma in cui si mostra la merce che su Pinterest è più popolare (più "pinnata"). In questo modo gli acquirenti possono essere condizionati da "ciò che la comunità web ritiene bello/interessante/alla moda". Questo diventerà sempre più comune dal 2014 in poi. Sempre più, gli acquirenti cercheranno un confronto con recensioni e opinioni degli altri consumatori, i loro "like", i "pin" o i "google+1" per avere un termine di paragone o un suggerimento su ciò che è "desiderato" in larga scala anche dal resto delle persone.

10 . I prezzi potranno cambiare più volte in un'ora
I rivenditori inizieranno a testare il "prezzo dinamico" nei negozi, apportando a loro stessi il vantaggio competitivo di siti come Amazon e Priceline. "Aspettiamoci di vedere l'incorporazione di altri dati quali tempo e prezzi competitivi nel carrello online del cliente" afferma Stephens.

Leggi l'articolo originale in inglese su BusinessInsider.com

8 gennaio 2014

CODICI A BARRE PER LA VENDITA ONLINE

QUALI CODICI A BARRE SERVONO PER LA VENDITA ONLINE?
I principali siti web per la vendita on-line richiedono di identificare i prodotti con codici standard GS1 (codici GTIN-13, detti in passato EAN-13). È necessario quindi assegnare ai prodotti questo tipo di codici.

Identificare ciascun prodotto con uno specifico codice numerico, costruito secondo le regole dello standard GS1 (ex EAN).

Il codice deve essere assegnato dall'azienda proprietaria del marchio; per prodotti non a marchio, il codice può essere assegnato dall'azienda che commercializza il prodotto attraverso le varie piattaforme di vendita on-line. 
Le modalità di codifica seguono le stesse regole utilizzate per la generazione dei codici a barre standard EAN-13, ad eccezione della trasformazione finale del codice in un simbolo a barre, che non è necessaria perché il prodotto non deve passare le casse di un punto vendita.
  1. Richiedi il prefisso aziendale GS1:Per accedere al sistema standard GS1 è necessario aderire a Indicod-Ecr. Una volta completata la procedura di associazione, Indicod-Ecr ti assegnerà un prefisso aziendale GS1 che identificherà l’azienda a livello internazionale e permetterà la costruzione di 1000 codici.
  2. Genera i codici
A ciascun prodotto deve essere assegnato un codice di 13 caratteri (chiamato GTIN-13), con la seguente struttura numerica:

Prefisso aziendale   GS1
codice prodotto
   cifra di controllo
        9 cifre
3 cifre
          1 cifra

Il codice prodotto è assegnato dall’azienda a ciascun prodotto che deve essere identificato. Sono disponibili 1000 codici prodotto, da assegnare in ordine progressivo (da 000 a 999): al primo 000, al secondo 001, al terzo 002, …

La cifra di controllo è calcolata tramite un algoritmo previsto dallo standard GS1, sulla base delle cifre che la precedono. Sul sito di Indicod-Ecr è disponibile un’applicazione per il calcolo della cifra di controllo.

È responsabilità dell’azienda tenere traccia dei codici assegnati e prestare attenzione a non attribuire lo stesso codice a prodotti diversi. Non è necessario comunicare a Indicod-Ecr i codici assegnati.
Un esempio di assegnazione di codici è raffigurato nella tabella successiva (con Prefisso Aziendale GS1 803208900).

Prodotto 
 prefisso aziendale
  codice prodotto
  cifra di controllo
    GTIN-13
      A
 803208900
001
7
8032089000017
      B
 803208900
002
4
8032089000024
      C
 803208900
003
1
8032089000031