RFid, una tecnologia molto interessante, non sempre utilizzata per motivi di costo ma che nel mondo Retail si sta ritagliando un ruolo sempre più importante, ecco i 3 principali motivi:
1) ottimizzazione della logistica e in generale delle operazioni inventariali, 2) eliminazione degli out of stock, 3) maggiore disponibilità degli articoli in
negozio e conseguentemente aumento delle vendite (apporta ad un ROI immediato).
UNA VERA E PROPRIA RINASCITA PER L'RFID
I ricercatori hanno rilevato una sensibile crescita di
interesse verso la tecnologia Rfid in ambito retail: solo nel 2013 i tag
utilizzati per identificare la merce nell’ambito delle vendite al dettaglio
sono stati oltre un miliardo (non solo nel settore abbigliamento, ma anche
nelle altre categorie commerciali). Un vero e proprio boom, che gli analisti
hanno definito il rinascimento Rfid. Cosa è emerso da questa ricerca?
Innanzitutto, la maggior parte dei retailer che hanno scelto di avvalersi della
tecnologia Rfid (a livello di singoli articoli) ha registrato un aumento delle
vendite nelle categorie merceologiche coinvolte in questa implementazione, che
si è tradotto in un ROI subito ben quantificabile. Questa è infatti la diretta
conseguenza di una serie di miglioramenti che l’Rfid permette di ottenere.
Rispetto al codice a barre, ad esempio, i tag Rfid possono essere scansionati
molto più velocemente: i cicli di conteggio si possono quindi effettuare 25
volte più rapidamente. Ciò significa poter effettuare inventari più frequenti e
assicurarsi dunque una migliore accuratezza dei dati:
molti rivenditori dichiarano di aver raggiunto quasi il 100% della precisione.
Un inventario sempre sotto controllo è strettamente legato all’aumento delle
vendite e al ROI (che vanno di pari passo con la soddisfazione dei
consumatori).
Poter gestire i rifornimenti senza errori, infatti, permette di
diminuire i casi di out of stock e garantire la disponibilità della merce sul
punto vendita.
“L’Rfid – commenta Ann
Grackin, Ceo di ChainLink Research – ha fatto molta strada negli ultimi anni
grazie alla definizione degli standard, alla riduzione dei prezzi di sistemi e
tag e alla maggiore affidabilità della tecnologia stessa. Sono ora disponibili
applicazioni software che possono essere integrate nei sistemi It dei retailer
e che risultano molto facili da usare in negozio. Anche le competenze dei
tecnici sono cresciute, le tecnologie si sono evolute in soluzioni complete, e
tecnologie provider e system integrator hanno acquisito maggiore esperienza in
merito al retail e all’integrazione dei sistemi”.
Superare le criticità
per un ROI assicurato
I numeri dell’Rfid sono in crescita e su questo non c’è
dubbio. Ci sono però alcuni casi in cui i retailer che hanno scelto di
implementare questa tecnologia nei loro punti vendita non si reputano ancora
del tutto soddisfatti. Quali sono gli aspetti critici e quindi i margini di
miglioramento? Gli intervistati hanno segnalato che le cause principali per
cui hanno deciso di abbandonare le iniziative Rfid intraprese sono state:
a. Altre sopraggiunte priorità di business
b. Carenza di supporto da parte del management
c. Modalità di utilizzo della tecnologia poco
definita
Riflettendo su questi spunti risulta chiara la necessità di
stabilire precise modalità operative e studiare dettagliati piani di sviluppo.
Il nodo centrale qui risulta essere il ROI che i rivenditori si aspettano di
ottenere dall’implementazione dell’Rfid: il ritorno dell’investimento deve
essere il più rapido possibile, in modo tale da mettere con decisione in luce i
vantaggi ottenuti, rispetto agli investimenti effettuati. L’Rfid ha tutte le
carte in regola per essere garanzia di un rapido Roi: l’incremento delle
vendite dato dall’eliminazione dell’out of stock né è la prova più evidente e
più riconosciuta dagli operatori del settore. Clienti soddisfatti significa
aumento del fatturato. E proprio per questo motivo grandi catene internazionali
come Macy’s, Walmart, Mark&Spencer e Sacks stanno dotando miliardi di
articoli di tag Rfid.
Fonte: TheBizLoft
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